giovedì 3 febbraio 2011

Iniziano i decenni. (fottiti, amedeo)


Io me li ricordo gli inizi dei decenni. 

L’alba degli anni ‘00 la passammo a lavorare sodo. Sudavo duro, tra palchi, irrealtà, siae e spinotti, per portare a casa una misera pagnotta, bastevole a stento a pagare “acnofobia”, la chiattona della copisteria che mi sorrideva, troppo, quando le chiedevo la copia del libro di esegesi, e poi mi pentivo di essere nato. Quando mi vide con la Profezia di Celestino sotto al braccio, mi scambiò per il suo Messia privato. Il mio numero di cellulare divenne panepessuoidenti fino a quando non mi laureai, cambiando pettinatura, recapito e disponibile predisposizione verso qualunque donna del mondo infame. Tolsi anche l'orecchino, ma in fin dei conti non mi stava poi tanto bene. L'11 settembre del 2001 stavo litigando con un obeso che poi ha fatto carriera nel mondo delle coop rosse. Ci fermammo, in preda al terrore, davanti alle immagini della prima torre che cadeva. Ci furono lunghi minuti di silenzio, qualche colpetto di tosse. Poi gli dissi: ”sei una grandissima testa di cazzo”. Friends era il nostro Vangelo quotidiano.

Me lo ricordo bene l'inizio del decennio '90. Nonostante avessi un testone fuori dalla norma, mi piacevo. Si era nel pieno del ciclone adolescenziale, e le partite di pallone con gli zaini come pali lasciarono il posto alle complicate sceneggiature per costruire credibili avances all'altro sesso. Jovanotti non trovava una sua dimensione, e noi non potevamo fare altro che mettere in soffitta i berretti Boy ed i bermudoni xxl, che tanto giovavano alla nostra crescente pubertà, in costante ricerca di terre senza limiti e confini. Prendemmo un bastardino al canile, un dono della natura pelmunito da 15 kg, che un giorno masticò droga leggera e impazziva al rumore di un sassolino incastrato sotto agli anfibi del suo giovane padroncino. Gli anfibi li lasciai in soffitta quando iniziai a manifestare contro tutto. Un giorno presi le mie cose, e senza neanche il sacco a pelo me ne andai in campeggio al nord. Avevo 16 anni, e mia madre mi supplicò di prendere precauzioni in caso di rapporti sessuali non protetti. Gli dissi che se fosse accaduto, trattandosi dell'iniziazione del suo primogenito, avrei offerto Tamarindo a tutti i lettori di Cuore presenti. Offrii. Alcuni concittadini nei 3 mesi del Golfo fecero “accaparramento”. Credo che quelle scatole di sardine sotto’olio stiano ancora nei loro garage.

L'inizio degli anni '80 è più sfumato. Papà registrava le nostre voci su un radiolone a maxitorce e ce le faceva risentire. Non ci credevo che quel rauco ed insensato sgorbio fonico fosse la mia voce. Ancora oggi nutro forti perplessità. A casa, e non ho mai capito perché, si sentiva solo Bennato, e nei sogni di bambino la chitarra era una spada. I miei temi li chiudevo sempre con una poesia. Quando camminavamo in città speravo sempre che non ci ficcassimo in un fottuto negozio di biancheria per la casa, che odiavo, insieme al suo commesso ruffiano, all'insopportabile odore di naftalina, ai lunghissimi corridoi, scuri e silenziosi. Mi piaceva Clara, la più bella della classe, ma lei aveva scelto un altro, il più duro e tozzo, il cui padre, tra l'altro, si chiamava Adolfo. Non mi ci arrischiai mai, fino al giorno in cui una mia serie di calembour da settenne avanzato, la fece ridere così tanto che mi diede un bacio in bocca. Il mio primo bacio in bocca. Il figlio di Adolfo pianse, poi si riprese e mi minacciò di morte scrivendolo col gesso sui muri di tutto il plesso scolastico. Clara riscelse lui. Oggi fa la telefonista della Vodafone. Clara, the number you have dialed is no longer valid. Villeneuve sorpassava anche la vita, e Reality di Sanderson mi fece conoscere il walkman. Nonostante questo, e tanto altro ancora, di quei giorni, quelli in cui ti accorgi che tua mamma ti ha sempre vestito male, trattengo un momento unico: io che mi fermo, inebetito ed ammirato, davanti alla figura di una 127 sport, blu scuro, col fascione nero in plastica. Dentro si agitavano convulsamente quattro figure picaresche sulla ventina, ridendo come matti ed ascoltando a volume indegno un pezzo dei Supertramp (mi piace pensare così, ad onor del vero la mia conoscenza musicale dell’epoca si fermava, appunto, agli ultimi 3 album di Bennato).
In quel momento decisi che era quella di quei 4, la vita che avrei voluto vivere. È andata un po' diversamente.



Si ringrazia, per gli spunti, questo.

18 commenti:

  1. Cheri, il mio babbo ascoltava impunemente gli Squallor, Celentano e Loretta Goggi. :)
    Se non lo sai.. http://www.youtube.com/watch?v=qLRtU0iUAQ4 AHAHHAHHAHAHHAH!!

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  2. fine '70: clarks, wrangler e dolce remì
    fine '80: oddio, sì, chiodo, nike e megadeth
    fine '90: adidas e guccini
    fine 00: ballerine e springsteen
    fine '10: tiger e springsteen

    almeno un punto fermo l'ho trovato.

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  3. mi piace il commento di ciku e lo emulo, và!

    - anni '80: lego e altri giocattoli sparsi per il pavimento
    - anni '90: chitarra e varie musiche sparse nei timpani, le donne, il rasoio elettrico
    - anni '00: la cernita fra le cose che lasci andare e quelle che ti tieni stretto, la scoperta di Faber, il primo capello bianco, i primi lavori mandati a puttane.
    - oggi: oggi mi tocca scrivere "proket" altrimenti il commento non va..

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  4. che cavolata la profezia di celestino ... ah la nostalgie de ce qui ne fut...

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  5. Anni '90: fu la madre della mia giovane compagna di allora a portarmi in camera sua, aprire l'armadio e mostrarmi un paio di scatole di preservativi. "Se siete senza entra qui e prendi eh", mi disse guardandomi con intenzione. Poi mi offrì del Tamarindo, col cuore.

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  6. Meno male che nell'evoluzione te togliesti l'orecchino, tu' madre un te l'avrà mai detto, ma dentro di sè sarà stata felice

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  7. Ma che siamo quasi coetanei? Comunque, a questo punto della mia vita posso solo dire che salvo un paio di dettagli più o meno insignificanti, una vita avventurosa come la mia non me la sarei mai immaginata, quindi è andata decisamente meglio di come avrei potuto immaginare quando chiudevo il finestrino della 127 rossa del mi babbo e si apriva la portiera (ebbene sì, il finestrino del passeggero o stava chiuso o stava aperto, se ci si arrischiava nel manovrarlo ad auto in movimento si apriva la portiera)

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  8. @ sig.na simei: e tuo padre faceva giusto. io per sentire altra musica aspettavo sanremo ed andavo di ditino su Rec e Pause.

    @ ciku: da Symphony of Destruction a Vedi Cara il passo non è breve. Diventa breve se fatto con la scarpa giusta, e tu di scarpe ne sai.

    @ andre: proket, anche a te!

    @ Diz.: eppure, all'epoca, mi fece profonda impressione.

    @ webr: l'avessi vista, tu, la madre della mia compagna del'epoca. all'apertura dell'armadio le saresti saltato addosso.

    @ frac: mia madre me lo diceva tre volte al giorno, quanto le facesse schifo l'orecchino. cedetti.

    @ Maniglia: eh si, siamo quasi coetanei. ed anche la mia, rispetto alle previsioni della 127 sport, è andata meglio.

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  9. Ecco come dire… oggi son in vena di malinconie e mi becchi in flagrante, mentre, spulciavo qua e là tra vecchi lavori e passioni. Vado a ritroso…
    inizio 00: un olio su canvas di nudo d'uomo per profumo maschile, Radiohead Kid A;
    inizio 90: un matita caricatura del mio prof. mitico, membro interno agli esami di matura, colonna sonora dei Pixies;
    inizio 80: un pastelli di gatti e gani e cavalli, su sottofondo Joy Division-Closer, la mia fattoria ideale…
    è andata diversamente anche per me! Il primo è un sogno ed è quello che avrei voluto realizzare più di tutti: gli animali, molto meglio dei clienti attuali!

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  10. Negli anni 70 ricordo la fiat Fulvia, eppoi la 124 che ci schiantarono sull'autostrada a Firenze e la 127, le passeggiate con mio nonno Cocò e i racconti delle favole che inventava per me e mio fratello con noi due ovviamente sempre protagonisti. E i giri intorno al tavolo di via Salluzzo cantando al ritmo di bocca di rosa di De Andrè.
    Negli anni 80, sul finire, i pomeriggi a ballare al Penny o al Veleno con Jovanotti che faceva il dj ed era una spanna sopra tutti con le sue scelte. Le prime all-star che ancora resistono e i Public Enemy. Da lì in poi è stato solo mare e mareggiate a fare surf ovunque capitasse con lavoretti saltuari per alzare due lire e poi due euro. E adesso...beh, eccomi qui.

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  11. Caro Ettore, io mi sa che sono solo qualche anno più coetanea di te..
    Ma sai cosa di questo post mi ha fatto tornare indietro nel tempo?
    Il " fottiti, amedeo" !
    Quanti ricordi :)

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  12. Hai toccato un bel po' di corde, Ettore. E questo post è veramente bello.

    Mi piace quando dici che il pezzo era dei Supertramp pur non sapendolo: è estremamente letterario.

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  13. Sembri nostalgico, forse anche triste.
    Lo sai che peggiorerà, no?

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  14. anche a me, poi vivi e rivaluti...

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  15. che palle, io pensavo di leggere il blog di un uomo e invece sei un ragazzino. che due coglioni

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  16. Il nostro Ettore ha bisogno di una bella ciucca. Conta su di me.

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  17. Walkman è un nome generico fichissimo di come non ne fanno più. Ipod nano, ipod shuffle...bah. LETTORE CD, ahah! Pensavo all'effimera esistenza dei cd. Quanto sono durati i cd? Un cazzo davvero.

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  18. Cavolo... Sei riuscito a conquistare pure lei!
    Diciamo che non è propriamente un colpo di fortuna riuscire ad attirare la sua attenzione (oddio, ad alcuni piace), ma puoi sempre tentare di ignorarla e sperare che si stufi e se ne torni al suo antro finto/trasgressive/post/depression, triste e tenebroso.

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