mercoledì 29 giugno 2011

E venne il giorno


Un giorno arriverà la resa dei conti. Scenderanno sulla terra questi fottuti alieni. Ed avranno proprio le sembianze che immaginiamo. Bassi, tozzi, verdastri, antropomorfi. Ma fortissimi. In questo secolo avranno imparato i nostri usi, i nostri modi di fare, le nostre debolezze. 

Hanno capito come conquistare questo pianeta. Verranno perché avranno bisogno del Coltan, che a loro serve per riprodursi e a noi per fare le Playstation. Ce lo chiederanno con gentilezza. Ma noi, anziché darglielo, ci opporremo, e così diventeranno cattivi. Sarà questione di attimi. Arriveranno per annientarci. Dovremo formarci in piccole squadriglie, ed ognuno di noi sarà costretto a metterci tutto il coraggio, l’esperienza, la tenacia mai trovate.
Impareremo a maneggiare armi, anche le più elementari. Il nemico ci cercherà. Saremo costretti a nasconderci. Bisognerà sviluppare doti di sopravvivenza innate.

I nostri compagni d’avventura non li potremo scegliere. Ce li affiderà la sorte. Si dovrà sperare in combattenti preparati e seri. La forza del gruppo starà nelle doti dei singoli.
Io già so chi mi capiterà.
Mi capiteranno questi.



mercoledì 22 giugno 2011

Dichiaro di comprendere e di voler continuare


Il post numero 100 deve essere ricordato come quello più bello. Questo è quello che mi diceva la mia maestra ai tempi delle elementari, quando bastava aver coraggio all’arrembaggio del quaquaquà.

Ma non ho nessuna voglia di scrivere post belli. Il mio cane mi sprona a farlo. Io lo guardo, lo accarezzo, lo toso, lo nutro, lo abbevero, lo castro, gli mostro foto di Luca Argentero, via la museruola ed è libero. Chissà dov’è adesso.
I post belli sono molto commentati. I lettori sono molto originali. Io non voglio questo, per il mio centesimo post. Ne scriverò uno molto brutto. Ma brutto forte. 
Per scriverlo assumerò l’atteggiamento del chitarrista che odia la sua band. Se ne sta lì. Pensa ai Deep Purple. Gli andrebbero bene anche i Muse. Ma deve fare reggae. Lui non lo sopporta, il reggae. Le appoggia pure le dita sulle corde, ma pensa ad altro. Sta per lanciarsi tra il pubblico, ma sa che si scanserebbero. E guarda, allora, con sentita pena, quel cantante, che abbracciando l’asta del microfono qualcosa lo sbiascica, ma nei momenti strumentali non sa cosa cazzo fare. Quando non canta, finge di suonare. Guarda il bassista ed annuisce. Fa sì con la testa al batterista. Non sa rifare neanche Piccola Katy col flauto. Ma sa fare benissimo il segno della pace con le dite sporche. Io sono il chitarrista che vorrebbe sventrargli la Fender tra la T9 e la T12. 

Ecco, ora ci sono. Potrei andare su wikipedia, e mettere “una voce a caso”. Qualcosa uscirà. Ci provo.
E' uscita la storia dei Fratelli Torri-Tarelli, garibaldini.
Potrebbe essere avvincente, l’epopea di questi 5 patrioti che si sono fatti il, scusate il termine, mazzo, per contribuire ad unificare questa, scusate il termine, chiavica di nazione, retta da politici di cui non riesco a trovare un, scusate il termine, termine. Ma poi mi appassionerei alla saga, e le saghe si sa che sono dannose. Magari uscirebbe un post interessante, almeno per la mia folta schiera di followers storiografi. Ma io non voglio un post interessante. Tutt’altro.

E se andassi sul sicuro, con un bel po’ di luoghi comuni uomo/donna? Qualche aneddoto banale, e poi il finale scontato, con la solita tiritera dell’uomo così e la donna colà? Mmmmh, meglio di no. Lungi da me ricorrere a questi mezzucci, foss’anche per il post più brutto della storia. Le donne potrebbero offendersi, permalose come sono, soprattutto se sono in quei giorni lì o bionde. Gli uomini tornerebbero in men che non si dica a quel video di japanese bukkake in pausa da 5 minuti, nerd acneici che non sono altro.

Mi serve un post che dica ciò che voglia dire. E colpire nel segno. Ho bisogno di consigli. Potrei farmi aiutare da costui, che sa quello che dice. Avrei ottenuto giustizia da quest'altro, ma è in anno sabbatico. Ci sarebbero anche sti 2 imbecilli. Chissà. O lei. Infine approvigionarmi da queste parti, che c'è sempre una buona parola.
No, devo farcela da solo. Il post brutto dev'essere farina del mio sacco.

Forse ho trovato il modo. Scrivo un'intro che non ha nè capo nè coda, mescolo un po' di argomenti che mi sono venuti in mente oggi, mentre provavo una nuova cera per capelli e leggevo un messaggio di posta elettronica ai confini del reame. Probabilmente è così che nasce un post brutto. Mescolando tenacia, astuzia e cerume abbondante. Oppure è solo la scaletta del tg1 delle venti.
Ho deciso. Finale a sorpresa. Sono incinta.

sabato 18 giugno 2011

Separazione.



Mi sto separando.
La parte destra del mio corpo si sta pericolosamente abbassando, come quando avvicini troppo una candela al calorifero. Lentamente.
La parte sinistra si sta staccando, a poco a poco. Alle volte sento che se ne va, lasciando un vuoto in mezzo. Mentre questo processo avanza, accadono cose.

Oggi è entrato in ufficio un giovane, poco meno che trentenne. Portava una camicia a quadri, di quelle che vedo molto in giro di questi tempi, jeans sdruciti, un neo importante sulla mano destra. Si è seduto sulla sedia ospiti, che un giorno o l’altro getterò in un altoforno, una volta di similpelle rossa e ora grigia. 
Questo ragazzo aveva una riga in mezzo, di quelle che ti fanno venire i nervi. Una parentesi graffa capovolta che nessuno aveva chiesto di vedere. L’inizio non è stato dei migliori. Mentre il resto, poi.
Apre la bocca:
Riga: “cercavo un lavoro qui da voi.”
Io: “al momento non abbiamo in programma assunzioni”
R.: “ho portato il curriculu”
I.: “m. lo mettiamo agli atti. Se dovesse servire, in futuro. ma comunque, al momento, è assai improbabile”
R.: “sono quasi diplomato”
I.: “bene”
R.: “se chiamate al cellulare scritto sul curriculu, e non rispondo io, potrebbe essere Michela. Lasciate detto a lei per il lavoro”
I.: “lo riferisco a chi di dovere”
R.: “ma qui avete i bagni?”
I.: “abbastanza”
R.: “fuma?”
I.: "chi?"
R.: "lei"
I.: “no”
R.: “e quindi non vi serve nessuno?”
I.: “no”
Ed esce.

Dopo 10 minuti mi chiamano all’interno. “Hai visite”.
Entra il tipo di prima. Stavolta è pettinato, perché una bava di gelatina ha piallato la riga verso la nuca. Ha un giubbetto di jeans nero sulle spalle. Sotto c'è la stessa camicia a quadri. Gli stessi pantaloni. Ora indossa un paio di rayban goccia. Il neo è sempre là. Ha un paio di cuffiette nere di lettore mp3 nelle orecchie.
Si siede. Mi guarda. Lo guardo.  Si schiarisce la gola. Fa una voce un po’ più cavernosa.
Riga2: “è passato mio fratello, poco fa”
Io: “si. dica”
R2: “cerca lavoro. È un bravo ragazzo. Se lo potete aiutare. Io garantisco per lui”
I.: “certo”
R2: “è quasi diplomato”
I.: “si, l’ho saputo”
R2: “ma, c’è qualche possibilità?”
I.: “non credo”
R2: “nessunanessuna?”
I.: "come dicevo a suo fratello, al momento non assumiamo"
R2: "mio fratello è un ragazzo padre"
I.: "capisco"
R2: "non si commuove?"
I.: “le serve qualcosa?”
R2: “qui si può fumare?”
I.: “no”
R2: “vabbè, tanto lei non fuma”
I.: “eh già”
R2: “eh già”
I.: “mi saluti suo fratello”
R2: “ah, si. Mio fratello”

Mi fa l'occhiolino e va via.
Ed io riprendo a separarmi.

lunedì 13 giugno 2011

Uomini che odiano gli uomini


Allora, benvenuti alla nostra settimanale seduta dell’Anonima Blogger. Questa sera è venuto a trovarci un nuovo amico. Prego.

Buonasera, sono Ettore, e scrivo su un blog da oltre 300 giorni.

Ciao Ettore.

Sono alto 1 metro e 79 centimetri. Orgogliosamente spettinato. Un ginocchio mi fa clack, quando tendo la gamba. So muovere le orecchie. Una volta, per cercarmi un’ernia, un medico mi ha indossato, come un guanto. Preferisco il freddo estremo al caldo torrido. Odio le passeggiate in riva al mare. Non bevo superalcolici. Il mio pc mi odia. Sono nato al sud. Ho sempre visto il mare. Non fumo, ma non mi dà noia chi mi fuma di fianco, soprattutto se mi lascia un tiro. Non odio gli ipocriti. Comprendo i falsi. Diffido dei leali. Mastico, soprattutto a sinistra. Ho sempre votato. Sono miope. Ho circa mille anni.

Oooooooooh.

Si, lo so, non si direbbe, ma è così. Eppure gli anni sono volati, credetemi. Nonostante l’aspetto fisico ancora invidiabile, comunque, me li sento tutti addosso. Mille anni non sono facili da portare. Perdi dei ricordi, ti si accavallano gli aneddoti, ti pisci sotto. Hai visto talmente tante facce che non sai più a chi appartengono. Gli altri ti guardano come se fossi appena arrivato, ma non è così.
990 anni fa entravo con mia madre in un negozio di abbigliamento. Ci avvicinavamo al bancone e lei chiedeva alla commessa: “Vorrei una felpa per lui”. Punto. Da lì in poi la giovine deconfezionava 11 magliette, dal vinaccia al giallo limone. La mamma ne sceglieva una e poi in cassa. “Uno sconticino?”. Massì dai, tolte qualche mille lire e via a casa. Oggi, se chiedi uno sconto in un negozio, chiamano subito l’ex sbirro della vigilanza, quello con la celtica tatuata sull’avambraccio.
985 anni fa guardavo i quarantenni. Uomini fatti e finiti. Con prole numerosa. Rughe esponenziali sulla fronte. Cicca di emmeesse ai lati della bocca. Cappello finto pescatore in testa. Autoradio. Genitori irreprensibili. Rigorosi. Oggi i quarantenni che vedo hanno ancora i brufoli.
980 anni fa avrei sorriso nel guardare 4 giovani imberbi cantare “ga el zuv” dentro una 4x4. Oggi mi va solo di allungare il tubo di scappamento fino all’interno dell’abitacolo, foderare i finestrini ed accendere il motore con loro dentro.
Ieri ho sgridato un tipo. Eravamo al supermercato e lui si stava tranquillamente mangiando delle ciliegie, indebitamente prese dalla cassetta esposta. Io gli faccio “Ma non ti vergogni? Prenderti la frutta senza pagarla? “. E lui: “Guarda che sono veramente buone”. Cristo se aveva ragione. Erano veramente buone.

Perché vi sto raccontando tutto questo? Forse perché stamattina, di buon'ora, come noi millenari amiamo fare, sono andato a votare. E, camminando nei corridoi di quella scuola, la stessa che da secoli ospita i miei 64 passi da cittadino ligio, non ho incrociato nessun elettore, se non un vigile baffuto che leggeva Libero, uno scrutatore che palleggiava del libanese nel taschino ed un pincher legato al palo. Allora mi sono seduto sul marciapiedi. Ho bevuto un caffè amaro ed ho inforcato la mia Olanda 26. Ho pedalato a lungo. Poi ho scoperto che, invece, l’affluenza a Peschici, il paese nel foggiano dove nel ’98 furono vinti 63 miliardi di lire al superenalotto, è stata del 13%. Mentre a Fabbrico, il paese di Pergreffi, il 64%. Alle 22.

E con questo cosa vorresti dirci? Ma soprattutto, cosa ci fai qui all’anonima blogger? Qui c’è gente che soffre, sai? Qui c’è gente che da quando c’è facebook non riesce più a scrivere un post, perché gli argomenti se li è fagocitati la F blu. Gente che è costretta a fingersi anonimi lettori del proprio blog per commentarsi. Lo sai questo? Ettore! Diciamo a te. Insomma, che razza di presentazione è mai questa? Tu sei un pazzo irrispettoso ed irriguardoso. Qui ci sono uomini disperati. E poi, cosa sono quelle chiazze rosse sulle tasche dei tuoi pantaloni?

Sono ciliegie.

giovedì 9 giugno 2011

4 SI "per quelli che passeranno"


Dicono che il tempo cambi le cose,
ma in realtà le puoi cambiare solamente tu.
(Andy Warhol)

sabato 4 giugno 2011

Cose stupide da fare (ben 10)


Mi capita spesso di pensare a come fare qualcosa di veramente stupido. Ma non sciocco o eccentrico. Proprio stupido. Poi mi soffermo troppo sui pro e i contro, e la magia sfuma. Quell’attimo di opaca follia, nel quale sgrano gli occhi all’immagine di questa realizzazione priva di ogni logica, però, resta grandioso e unico. È anche peggio di quello che combino nei sogni.
E’ trasversale: può riguardare cose da dire, gesti da compiere, omissioni, coinvolgimenti di terzi. È adrenalinico. È imprevedibile. È insensato. Qualche volta ci penso a lungo. Progetto. Creo alibi. Alibi ovviamente squallidi, altrimenti che stupido sarei? Altre volte scopro che qualcuno ci campa con le cose illogiche. Che genialità.

Prendiamo questo estratto dalla canzone Stupendo di Vasco Rossi (1993). Dal minuto 3:14, oltre che ammirare la corretta postura di un uomo sudato, possiamo ascoltare questa poesia:

però ricordo chi voleva, un mondo meglio di così
si proprio tu che ci fai delle storie, ma dai, cosa vuoi tu più di così?
e cosa conta chi perdeva, le regole sono così
e la vita ed è ora che cresci, devi viverla così

Vasco ci dimostra come l’assoluta illogicità produca ricchezza. Fare quattro rime utilizzando sempre la stessa parola è arte dell’insensato. Ma devi essere lui. O Franco Battiato (cit. Shock in my town, velvet undergound sveglia kundalini). Ecco.
Allora mi voglio superare. Se voglio salvare il mio matrimonio, devo mettere in pratica i 10 consigli insensati del Vademecum di Franco Valcamonica. Le dieci cose più idiote che da qui ai prossimi mesi dovrò mettere in pratica affinchè si produca karma positivo.  
  
   1.Presentarsi ad un’università a caso, nel giorno degli esami e sostenere un’orale a caso (ad esempio Fotochimica e Materiali Molecolari). Sedersi di fronte al professore e dire “eeehmmm, vediamo, mmmmmmmm” e poi “scusi, sono un po’ agitato" per una decina di minuti. 

   2.Avvicinarsi a quella bellissima ragazza che lavora all’ufficio di fronte al tuo, improfumato a dovere e sedersi di fronte a lei. Con una enorme macchia di sugo sulla lente destra dei vostri occhiali Gucci.

  3.Entrare in chiesa durante un funerale, percorrere tutta la corsia centrale, dirigersi verso l’altare, avvicinarsi al cero ed accendersi una Marlboro alla fiammella. Fare una boccata, sputare il fumo verso l’alto ed uscire. 
   
   4.Mangiare una pastiglia per la lavastoviglie. 

  5.Comprare un Iphone 4, scaricare SMSalchemist, l’applicazione che costa $ 999,99, mandare un messaggio a TRL su MTV nel quale inneggiate ai Sonohra e poi gettare il cellulare nell’olio bollente. 

  6.Andare al Bar della stazione, ordinare qualunque cosa, pagarla senza toccarla e poi bere tutto il liquido verde che riempie il bicchiere delle mance. 

   7.Passare 24 ore di fila a guardare in loop questo

   8.Prendere un foglio di carta velina. Creare 2 strisce di 3 cm x 10 cm. Leccare un’estremità. Attaccare l’estremità alla palpebra. Dare fuoco all’altra estremità. Attendere. 

   9.Non lavarsi i denti per un anno. 

   10.Andare ad un concerto di Francesco Renga.



Devo provare. Così.


note: 
1.un mio amico politico è l'autore di un punto dell'elenco.
2.voglio vedere quanti arrivano qui cercando Ben10.
3.la tabulazione di blogger è puro astrattismo.